sabato 14 febbraio 2009

Un buon segno

Vangando vedo vermi grassi, ragnetti, insetti di vario tipo. Stamattina mi sono imbattuto in un bel rospo verde vivo. E' un ottimo segno, sono tutti ottimi segni. Significa che la terra è buona, che l'ambiente è ok.
Dopo aver visto e sentito delle margherite al cromo esavalente, peraltro, sono diventato un po' paranoico sullo sbocciare delle bianche avamposte primaverili, che controllo minuziosamente, seppur fingendo sicurezza.
Pare però che vada tutto bene, e queste piccole scoperte mi aiutano nelle mie fatiche quotidiane.
E che fatiche! Il giorno successivo ai primi lavori di rivoltamento del terreno mi hanno lasciato a pezzi.
Sono ancora uno studente universitario; faccio palestra, si, ma sono ben lungi dal fisico da contadino. Ero tutto dolorante, i muscoli tutti a pezzi. Le mani, soprattutto, mi facevano male. Il giorno successivo son dovuto limitarmi a sfrondare le frasche di alloro potate, lavoro che andava comunque fatto. Quando ho preso in mano la cesoia e ho reciso il primo ramo, stringendola con la mano, mi sono ricordato dei dolori muscolari. Mi sono chiesto che fine avessero fatto le mie mani da pallavolista, con i muscoli che da soli potevano spingere la palla in aria.
Sepolti sotto 8 anni di abbandono, diversi soggiorni di studio all'estero e altrettante lingue studiate, 30 esami universitari e un'impegnativa tesi di laurea.
Raccogliendo poi le foglie secche dalla macchia tonda lasciata attorno a dove prima l'alloro prolificava fuori controllo, terra ormai riportata all'ordine, ho pensato ad un tavolino e a due sedie all'ombra, a colazioni all'aperto, e alla possibilità, dio benedica il wifi, di scrivere queste righe direttamente di fuori.
E' bella la sensazione di essere davanti ad un pregetto in nascere. Immagino sia la cosa che preferisco, quella sensazione di potenziale.
Anche se i muscoli fan male, mi spinge ad andare avanti, mi dice che la strada è giusta.

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