L'orto riflette il mio stato d'animo.
Ultimamente non combino granchè.
Le cose da fare ci sono, ma non riesco ad organizzare bene il lavoro.
La stagione stessa sembra quasi in una stasi. Dopo progressivo allontanamento dell'inverno e la primavera incipiente, pare ke tutto si sia bloccato in attesa di direttive dall'alto.
L'erba non cresce, la temperatura è stabile, i fiori non sbocciano.
Io, del resto, mi adeguo.
Ho piantato a filari alterni cipolle e carote, ma per il resto non ho combinato un granchè.
Ho sradicato il cervellone sotterraneo formato dalle radici della vite americana crollata qualche anno fa a causa di una tempesta, che mi è costato diversi giorni di lavoro, quasi un ernia, e un altro manico di badile rotto (è il secondo dal mio inizio). Ma sebbene fosse un lavoro che andava fatto, non è quel tipo di lavoro che mi da soddisfazione, perkè non da frutti.
O meglio, li da in senso lato, poichè ora sono libero di piantare in quel punto kiwi o gelsomino, devo ancora decidere. Ma preferisco nascondermi dietro ad un dito, e fare solo la parte costruttiva. O in altri casi inglobare "il problema" in una soluzione creativa. In alcuni casi non è possibile, e mi tocca affrontarli, con mio grosso disappunto.
Allo stesso modo ho attaccato l'edera che infestava tre colonnine di cemento che supportano la rete che divide la proprietà mia da quella di mio nonno. Al suo posto ho piantato rovi che risulteranno più fruttiferi: le more, i lamponi che mia madre mi ha regalato per mio 25esimo compleanno.
I ribes, bianchi, rossi, e neri, messi vicini perchè possano aiutarsi durante l'impollinazione, li ho sistemati poco lontano, vicino al confine nord. Sono stati un regalo eccezionale, un regalo che vedrò crescere.
Oggi non mi sentivo molto bene e ho preferito risparimiare le forze piuttosto che buscarmi un raffreddore ed essere costretto a letto per qualche giorno, ma ci sarebbe stato da trapiantare le fragole. Il mio spirito romantico infatti me le aveva fatte mettere proprio davanti a casa, sotto la vigna di uva fragola. Sarebbero state belle da vedere li sotto, ho pensato, e in più l'ombra non sarebbe stata un problema, in quanto frutti di bosco, giusto? Sbagliato. Le fragole vogliono il sole, o col piffero che maturano, mi ha fatto notare il vicino con qualche stagione in più.
E ora dovrò trapiantarle al sole, sperando di non disturbarle troppo proprio quando magari si erano appena acclimatate. Vabbè, la prossima volta ci penserò due volte prima di dar retta allo spirito romantico invece che al buon senso.
Ultimo appunto: devo ancora trovar loro un posto, ma il mio giardino delle officinali di è arricchito di salvia sclarea, borragine (finalmente so com'è fatta!), coriandolo, finocchietto selvatico, erba rosa, tanaceto (detta erba marasina nel vicentino, dove è molto diffusa), erba lepre (per togliere l'odore alla selvaggina), la salvia ananas, la mentuccia aromatica, e una salvia dalle foglie giganti.
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